EMOZIONI
L’OTTIMISMO CONVIENE
Walter Comello
Rosa rosae, così è la vita, per chi così la sa e la vuol guardare.
Ogni rosa pregna di intenso profumo, narra, quella rosa, i segreti del Tutto (Gialāl al-Dīn Rūmī-Masnavī). Rosa rosae, una rosa è una rosa, ma ci sono coloro che ne lamentano le spine, dissolvendo ai loro sensi e alla mente la consapevolezza del fiore. L’intensità del suo profumo attrae e seduce tutti, dagli insetti a cui è delegato il compito dell’impollinazione e del loro sviluppo in natura, al raffinato olfatto di una donna che sceglie proprio quel fiore come il suo preferito. Quel profumo scende dal naso nel retrobocca e stimola la deglutizione, come di fronte a ciò di cui si è più golosi e si vorrebbe portare dentro di sé, assaporando l’intenso sapore di un istante che si vorrebbe infinito. Gli occhi sono attratti dai loro colori più belli, screziati dal magico pennello della natura. Le rose sono l’una diversa dall’altra per competere tra loro ed essere scelte come le più belle tra le belle. Quei colori sanno rendere speciale ogni angolo di giardino e annunciano ogni giorno una nuova primavera. La rosa sboccia al mondo come ad invitarlo ad avvicinarsi a lei per una maggiore affettuosa intimità, come in un abbraccio in cui lasciarsi andare e abbandonarsi al bello e al buono senza ritorno. Sul ramo altri piccoli boccioli attendono il loro tempo, maturano in sé il meglio di sé in attesa dell’invito del sole a schiudersi. Si potrebbe guardare quel fiore per molto tempo scoprendo i particolari che lo rendono unico e diverso da tutti gli altri e ogni volta ricordare un esempio della perfezione della natura. La rosa invita ad accarezzare i suoi petali con delicatezza per apprezzare il suo pregiato tessuto, morbido come la seta. I polpastrelli delle dita fanno fatica a non ripetere il gesto, com’è naturale che sia per tutto ciò che si ama. Si vorrebbe prendere quel fiore per portarlo a sé per accarezzare il proprio viso, come le farfalle fanno con le loro ali. Poi si vorrebbe immergervi il naso, chiudere gli occhi ed invidiare l’ape che può entrarci dentro e restarvi il tempo che desidera. Quando piove quei petali sanno adornarsi di bagliori di luce, gocce che come gioielli le rendono ancora più preziose. Gemme d’acqua che come sfere di cristallo di un mago promettono uno straordinario destino. Rosa rosae, così è la vita, per chi così la sa e la vuol guardare. E’ una presa di coscienza, è naturale, normale che sia. Non è necessario inventare nulla dopo un’attenta osservazione maturata da un determinato atteggiamento. Determinato come stabilito, convenuto, fissato, un atto di volontà che rende responsabili di ciò che si fa, ma anche di ciò che non si è disposti a fare. Così fa l’ottimista, prima apprende il modo di esserlo e poi lo diventa in modo naturale, come la rosa.
Un atteggiamento che diventa attenzione e l’attenzione è l’unità di misura dell’amore. Così si impara ad amare una rosa, così si impara ad amare, amare le cose, amare gli altri dopo avergli dato la giusta attenzione, amare se stessi e per questo poi essere amati. Essere ottimisti conviene. L’ottimista è generoso perché ne comprende il valore e se non lo è lo può diventare perché ne comprende l’utilità. Così si guarisce da molte malattie, si rafforza il proprio sistema immunitario, si dà qualità alla propria vita, si rendono realizzabili i sogni, si allontana il tempo in cui la nostra vita sfiorirà. Chi invece nel guardare la rosa porta l’attenzione sulle spine, è giusto che sappia che queste esistono perché hanno un compito importante. Le protuberanze pungenti hanno lo scopo di proteggere il fiore da animali erbivori che potrebbero per nutrirsi reciderne il fusto. Ci sono specie che creano spine rivolte verso il basso per impedire a piccoli insetti di percorrere il ramo per raggiungere il fiore e nello stesso tempo consentire alla pianta un più facile ancoraggio ad una superficie su cui poi crescere. Comprendere che aspetti ritenuti negativi hanno sempre una loro positiva funzione consente di modificare un proprio atteggiamento verso il modo di guardare le cose. Albert Einstein suggeriva che è meglio essere ottimisti e scoprire a volte di avere torto che essere pessimisti e avere qualche volta ragione. L’ottimista pensa che è importante essere artefici del proprio destino, ne sente la responsabilità e se non esiste certezza, l’essere ottimista aumenta di molto le probabilità di successo. L’ottimista malgrado il proprio impegno a volte non vince, ma non perde mai. Lo sportivo che non crede di vincere ha già perso, chi non crede di farcela non c’è la farà, chi non crede alla sua guarigione è già morto. Le profezie si avverano nella misura in cui ci si crede, tanto vale scegliere la soluzione che si preferisce. L’ottimista crede, il realista sa, il pessimista pensa di sapere, il realista può scegliere la strada da percorrere perché non ha dubbi su ciò che gli conviene. Recentemente su un muro di pietra di un’antica dimora è stata scoperta una rosa bianca di una specie ritenuta estinta da oltre un secolo. Per la sua sorprendente storia era stata chiamata “la rosa bianca di Trieste”, ora ne esistono cinquanta talee pronte a tornare a profumare il mondo.