ATTUALITA’

CHIARA FERRAGNI: PASTORALE ITALIANA

Eugenia Toni

Il verbo ig si è fatto sua carne ed è venuto ad abitare il nostro quotidiano trasfigurato sui social

Chiara Ferragni, cremonese, bionda, imprenditrice digitale, un successo con poche sbavature, donna, moglie e madre felice. Identità visiva di un nuovo proselitismo del vivere bello e perfetto viene oggi raffigurata nei panni di una Madonna contemporanea dipinta da Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato. Tra parabole di senso incompiuto e ideali ad alto costo la Ferragni non è realmente in grado di imprimere una svolta di prospettiva nel campo della moda, non fa parte di una cultura innovatrice, di un’avanguardia che coglie nell’inconsueto nuovi spazi di relazione con il mondo. Risulta però essere speculum mediatico di una società dissolta nel virtuale, composta da individui interconnessi ma soli, senza una meta. È, dunque, nulla creativo ma icona di un nuovo misticismo che sostituisce alla religiosità canonica l’isteria dello sciame virtuale. Non c’è più distinzione tra oggetto e soggetto: tutto è soggettivizzato. Questo è il trend: ovvero una tendenza che non analizza più metodologicamente le variabili storiche e culturali ma esalta la soggettivizzazione della realtà. Insomma, il soggetto fagocita l’oggetto in una scenografia visionaria dove la visione è quantitativamente ricondotta a specifiche statistiche. Chiara Ferragni, o ciò che rappresenta, ha fatto nuove tutte le cose, in un processo trascinante quanto importante che ha virtualizzato ogni tipo di contatto o esperienza con la realtà.

Il verbo ig si è fatto sua carne ed è venuto ad abitare il nostro quotidiano trasfigurato sui social. Tutto ciò che tocca è commercialmente graziato e trasfuso nell’intangibile mediatico. Il processo di definizione della Ferragni è, dunque, per sua natura apofatico. Procediamo per via negativa, accettando misticamente tutto ciò che la Ferragni non è. Insomma, per la teoria negativa, ella è, in ultima istanza, Nulla. Un Nulla che esiste nella coincidenza delle opposizioni, capace di pervadere profondamente e immanentemente la realtà sociale, culturale, commerciale. Per concludere possiamo ricordare cosa si disse in merito alla Madonna dei Pellegrini o di Loreto ad opera di Michelangelo Merisi, detto Il Caravaggio. “Nella prima cappella della chiesa di Loreto o di Sant’Agostino alla manca fece una Madonna di Loreto ritratta dal naturale con due pellegrini, uno co’piedi fangosi di deretano, e l’altra con una cuffia sdrucita, e sudicia di deretani e per queste leggeriezze in riguardo delle parti, che una gran pittura haver dee, da popolani ne fu fatto estremo schiamazzo”( Giovanni Baglione). I poveri affidano alla Madonna le loro miserie poiché la riconoscono come una di loro: povera tra i poveri, cortigiana, romana. Cambiano gli strumenti ma i processi di identificazione rimangono immutati. Fino a Chiara Ferragni.