Pubblicati da Gianni Oliva

PER RAGIONI DI ANAGRAFE

Per ragioni di anagrafe (classe 1952) e di ambienti frequentati (la cosiddetta “sinistra extraparlamentare”) ho vissuto alcuni degli aspetti più arrabbiati del femminismo anni Settanta: la polemica contro “il maschio in quanto maschio”, la destrutturazione della coppia, la critica feroce di tutto ciò che rinviava a ruoli di genere. Sul piano personale, sono stati anni difficili per chi era femmina e per chi era maschio: c’era assoluta chiarezza su ciò che non si voleva essere, e altrettanta confusione su ciò che si voleva diventare.

NON UNA MEMORIA CONDIVISA, MA MEMORIE RICONOSCIUTE

(a proposito di occupazione della Jugolsavia e delle foibe)
“Memoria condivisa” è una formula suggestiva ma vuota: sarebbe sicuramente positivo se i popoli (o le comunità, i gruppi, gli stessi singoli individui) approdassero ad una comune lettura del passato che li coinvolge. La realtà è diversa: le “memorie”, proprio in quanto tali, non sono uniche ma plurali, ogni popolo ha la propria, radicata in un sentire sofferto e, insieme, geloso.

I SILENZI SULLE FOIBE E SULL’ESODO GIULIANO-DALMATA

Nel marzo 2004, con un voto pressoché unanime, il Parlamento ha approvato l’istituzione della giornata del ricordo delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, fissando la data al 10 febbraio, giorno in cui nel 1947 è stato firmato il Trattato di pace che ha assegnato l’Istria, Fiume e le isole quarnerine alla Jugoslavia.

LA STORIA CONTEMPORANEA, QUESTA SCONOSCIUTA

E’ mai possibile che qualsiasi studente universitario, di liceo o di scuola dell’obbligo abbia almeno “orecchiato” i nomi di Annibale, della battaglia di Canne o di Teodorico e navighi invece nel buio più completo quando si parla di Aldo Moro, di piazza Fontana, di “compromesso storico”?

A QUARANT’ANNI DALLA STRAGE DI BOLOGNA

2 agosto 1980, alle 10.25 un boato sconvolge la stazione ferroviaria di Bologna: una valigetta con un ordigno a tempo (23 kg di esplosivo, una miscela di tritolo, T4 e nitroglicerina), scoppia causando il crollo dell’ala ovest dell’edificio, mentre l’onda d’urto investe il treno Adria Express, fermo sul primo binario, e distrugge 30 metri di pensilina.

La scuola del cambiare per cambiare

Il confronto tra il presente e il passato della nostra scuola pubblica è impietoso. La scuola liberale ha fatto gli Italiani: la straordinaria legge votata nel 1859 dal Parlamento del Regno di Sardegna (nota come legge Casati), in virtù della quale il biennio della scuola elementare era “gratuito e obbligatorio”, sanciva un principio fondamentale, lo studio come “diritto” (gratuito) e come “dovere” (obbligatorio) del cittadino,