STORIA

IL GRANDE RESET. IL DIRE E IL FARE DELLA STORIA

 Eugenia Massari

Ma la storia è sempre stata due. Gli eventi da un lato, la narrazione degli eventi dall’altro.

In questo autunno 2020, il Time sceglie come tema portante il futuro. ‘The Great Reset’, titolano le sue storiche lettere. Le stesse che hanno campeggiato su ‘uomini dell’anno’ come Nixon e Hitler. How to Build a Better World, come costruire un mondo migliore. Sulla pianura attraversata dal Gamasiab, che ne rende coltivabili le terre, si stagliano aridi e rocciosi i monti di Behistun. Sir Henry Creswicke Rawlinson è un ufficiale inglese, in missione diplomatica presso lo Scià. È giunto in Iran con la Compagnia delle Indie Orientali ed è il 1835 quando, per primo, trascrive quello che nelle rocce di Behistun è iscritto: “Così parla Darayavush, il Grande Re. Re dei re, il Re di Persia, il Re dei Paesi. Otto della mia dinastia furono re prima di me, io sono il nono… E il re Dario dice: col favore di Ahuramazda questa è l’iscrizione che io feci. Inoltre, essa era in ario, sia su tavole d’argilla che su pergamena fu composta. Inoltre, una scultura di me stesso io feci. In più, io feci la mia stirpe. Ed essa fu iscritta e letta prima di me. In seguito io inviai questa iscrizione in ogni dove tra le province. Tutte insieme le genti l’hanno intesa.». A parlare è Dario I. Re dei Persiani, che in uno dei più importanti documenti storici del Vicino Oriente Antico, in prima persona, racconta le sue gesta di conquista e unificazione.  Scrive, insomma, la storia. La ‘sua’ storia: “io feci la mia stirpe”. Dario la fa. E poi la dice, la narra, la dichiara con linguaggio giuridico a tutte le genti. Tutte le popolazioni assoggettate che lo devono riconoscere come Re e come inizio di una stirpe. Dario imprime nella pietra la sua supremazia – i suoi progetti – per il futuro.  Ma la storia è sempre stata due. Gli eventi da un lato, la narrazione degli eventi dall’altro. I fatti e come sono stati detti – da coloro cui giovava avvenissero in un determinato modo e dunque da chi premeva perché fossero raccontati in un altro dato, specifico modo -. L’epigrafe di Bisutun è una delle testimonianze antiche più strutturate di discorso del potere. Ora il Time mette al centro un motto. Un discorso. Un dire la storia: ‘Il Grande Reset’.  Nel numero, in linea con il World Economic Forum, il Time ci racconta come sarà il mondo dopo il Covid-19.

Per Mariana Mazzucato, che scrive al 22 ottobre, il futuro è narrato al passato. Come in un romanzo. L’epidemia era durata fino al 2023. L’economia era da ricostruire –  era dunque stata distrutta. La società non era poi tornata alla normalità. Il 3 novembre, Joe Biden aveva sconfitto Donald Trump alle presidenziali: “A gennaio, il Presidente Biden si è subito attivato per rafforzare i legami logori tra America e Europa, e ha organizzato un forum per condividere l’intelligenza collettiva per una forma di governo più smart. I Governi europei erano ansiosi di imparare dalle strategie d’investimento utilizzate dal Governo degli U.S. – come quelle guidate dall’agenzia di ricerca per la difesa, DARPA -, per stimolare la ricerca e lo sviluppo nelle tecnologie ad alto rischio. E gli U.S. erano ansiosi di imparare dall’Europa come creare città sostenibili e rinvigorire la partecipazione civica…”.La copertina è un globo. L’Europa Mediterranea vi è proiettata su pannello tolto e rimontato – con frecce a suggerirci modi delle nuove mobilità sociali, orizzontali e verticali. Ma quattro anni… non erano forse già deducibili dal Report dell’Imperial College a firma Ferguson? E non troviamo forse il mondo sognato dal Grande Reset, nella stampa e nella saggistica economica, da decenni? ‘The Great Reset: How New Ways of Living and Working Drive Post-Crash Prosperity’, ad esempio, fu scritto da Richard Florida nel 2010. Novelle epigrafi di Bisutun, oggi i giornali ci parlano. A tratti ricordandoci quelle volte del passato, in cui singole parti della società hanno provato a… ‘rendere il mondo un posto migliore’.     Per approfondire